20-25 febbraio
Si avvicina Carnevale: la fantasia riempirà le strade con le sue maschere divertenti e dalle case arriverà il profumo delle frittelle mentre una pioggia di coriandoli colorerà i marciapiedi.
Per le vie sfileranno anche le maschere tradizionali. Ogni regione ha le sue! Scopriamone alcune.
In Valle d’Aosta sfila la Coumba Freida, il corteo nuziale della maschera Toc e di sua moglie, la gelosa Tocca. Poco più in là, in Piemonte, vive felice un’altra coppia: Gianduia e Giacometta.
Arlecchino, Meneghino e Brighella fanno spettacolo in Lombardia, mentre in Trentino Alto Adige i Matoci ravvivano il Carnevale con battute pronte e spiritose. In Friuli Venezia Giulia i Blumari rievocano un rito d’iniziazione.
Il carnevale veneziano ha lo spirito di Pantalone, Rosaura, Colombina. Il dottor Balanzone detta legge a Bologna mentre l’onore del Canevale è difeso in Liguria da Capitan Spaventa. Il gracile Stenterello è il chiacchierone di Firenze, invece a Perugia protesta Bartoccio che denuncia i problemi di tutti.
In riva al mare ad Ancona si trova Mosciolino che, dal termine locale per indicare la cozza, ha preso il nome. In Abruzzo si ricorda Frappiglia e di come sfuggì al diavolo con ingegno mentre in Molise è protagonista proprio il Diavolo (di Tufara) con la maschera nera di cuoio e le vesti di pelle di capra.
A Roma, l’anima popolare è rappresentata da Rugantino. Lo spirito napoletano si esprime nell’esuberante Pulcinella, generoso come il Farinella pugliese che riuscì a difendere Putignano dai Saraceni. In Basilicata, Rumit (l’Eremita), Urs (l’Orso) e Quaresima rievocano un antico rito nella natura. In Calabria, Giangurgolo ha nel nome il riferimento alla sua ingordigia. Insaziabile è anche il siciliano Beppe Nappa.
A Mamoiada in Sardegna il Carnevale ha il volto scuro dei Mamuthones, rivestiti di pellicce e scortati dagli Issohadores.
Per Carnevale, un dolce speciale:
Chiacchiere di Carnevale con zucchero al velo Mariarosa
14 febbraio
In epoche antiche. Per gli Etruschi rappresentava la foglia di edera che si donava agli sposi per augurare felicità. Passano gli anni e con queste le tradizioni si mescolano a nuove storie fino a quando il cuore compare raffigurato in un libro… un romanzo d’amore!
Dillo con il cuore e se la forma è in un dolce, San Valentino avrà un pizzico di magia in più.
Prova le ricette di Mariarosa:
La Torta Foresta Nera è un dolce da fiaba: pan di spagna al cioccolato, farcito di panna e ciliegie caramellate, e decorato con ciliegie candite, panna e scagliette di cioccolato. Una torta così non poteva che nascere nelle incantevoli e fitte foreste della Germania sud-occidentale.
Da questa terra non ha preso solo il nome, anche l’ingrediente che ne caratterizza il sapore: la ciliegia. La tradizione vuole che la Foresta Nera fosse un luogo ricco di ciliegi, qui piantati da coppie appena sposate per favorire una felice unione.
Dalla ciliegia è ricavato il liquore Kirshwasser, utilizzato nella ricetta tradizionale per bagnare il pan di spagna, mentre i frutti interi sciroppati o canditi sono impiegati per farcire e decorare.
La storia racconta come in zona, ancora prima della Torta Foresta Nera, fossero diffusi dolci simili, probabilmente suoi antenati: un dessert con ciliegie cotte, crema e liquore, e un dolce realizzato con biscotti, ciliegie e crema.
Altre fonti più fantasiose trovano l’ispirazione di questo dolce nel costume femminile tradizionale della Foresta Nera: abito nero, camicia bianca con maniche a sbuffo e copricapo originale con pon pon rossi.
Qual è la data di nascita della Torta? Forse il 1915. Josef Keller, titolare di un cafè a Bad Godesberg, molto più a nord della Foresta Nera, si attribuì l’invenzione. Quel che è certo è che solo nel 1934, il dolce venne menzionato per la prima volta in un testo.
La Torta Foresta Nera è un dolce scenografico quanto delizioso. Assapora la sua bontà, prova le ricette di Mariarosa: Torta foresta Nera con ciliegie candite Foresta Nera in bicchierini realizzato con i dischetti di Pan di spagna
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