È una delle nostre prime parole e ha un significato grande!
Si potrebbe pensare che il termine sia nato catturando i primi suoni
che un bambino pronuncia con facilità e poi siano stati composti
in una parola che evocasse qualcosa di speciale: la figura del padre.
Sia babbo che papà, infatti comprendono sillabe (BA - PA)
che i bimbi articolano per prime.
L’origine dei due appellativi è geograficamente distante.
Babbo fa parte della nostra tradizione linguistica
e si è diffuso soprattutto in Centro Italia.
Papà, che anticamente era Pappà, è un francesismo.
Il vocabolo fu introdotto nel XVI secolo e si affermò più tardi,
diventando poi di uso comune in tutta Italia
Quali sono i dolci della tradizione
per sorprenderlo?
Il 19 marzo si festeggia San Giuseppe e tutti i papà d’Italia. È il loro giorno, prepariamoci a sorprenderli… anche con un muffin!
Da nord a sud, cambiano i dolci della tradizione.
In Campania sono famose le Zeppole, pasta choux guarnita con una generosa dose di crema pasticcera, morbidamente disposta con una sac-à-poche. Per finire: un’amarena o una ciliegia candita come decorazione.
In Centro Italia al papà si dedicano le famose Frittelle di riso, fatte con il riso cotto in acqua e latte, e aromatizzato con vaniglia o cannella. Per chi lo apprezza, sono previsti sapori più intensi come sambuca, rum o altri liquori.
In Sicilia da Est a Ovest cambia la dolce proposta: si va dalle Crespelle di riso alle soffici Sfinci di San Giuseppe farcite con crema di ricotta, canditi e granella di pistacchi.
In Romagna, si assaporano le Raviole ripiene di marmellata e cotte al forno.
Non è finita qui: biscotti a forma di cravatta, torte speciali nei gusti preferiti dal papà... non c’è limite alla fantasia quando vuoi regalargli il gusto della sorpresa.
Benvenuta Primavera
20 marzo
Coloriamo di primavera i dolci
Di che colore è la primavera? È quello della natura che si risveglia: dei fiori, dei primi frutti, del verde nei prati! Che gioia portare a tavola un dolce che ha sfumature inedite. Qualche suggerimento? Ecco una ricetta di Mariarosa per una colazione arcobaleno: ciambelline glassate e decorate con codetta e momperiglia. L’impasto è soffice e la glassa… creativa! È facile prepararla: basta mescolare zucchero al velo, acqua e un colorante Mariarosa blu, rosso, giallo, verde. Si dosano con praticità per ottenere l’intensità di colore desiderata. Noi suggeriamo di rimanere su gradazioni pastello. Qui la ricetta completa
Anche il dessert da servire a fine pasto diventa arcobaleno, anzi Rainbow! Con i dischetti di pan di spagna Mariarosa, già pronti da usare, si prepara facilmente. Si aggiungono i coloranti Mariarosa a uno sciroppo di acqua e zucchero, si spennella il pan di spagna e si dispone in bicchiere, intervallando con crema Novolina. Scopri qui la ricetta completa.
Curiosità
Un mondo di torte
Ricette dolci dal mondo
C’è tutto un mondo di sapori che arriva dal Paese del Sol Levante. Cultura, clima, risorse hanno contribuito a creare una gastronomia unica e preziosa che oggi possiamo apprezzare e portare come ispirazione nella nostra cucina. Scopriamo insieme alcune golose curiosità provenienti dal Giappone e come riproporle in famiglia con le ricette di Mariarosa.
ORIGINE DELLA CREMA NAMELAKA
Namma-lakka: così si pronuncia la crema namelaka nata in Giappone negli anni ’90. Namelaka significa ultra-cremoso ed è infatti questa la caratteristica che la contraddistingue. È realizzata con cioccolato bianco, latte, panna e quel tanto di gelatina capace di conferire struttura senza diminuirne la cremosità. Dall’aspetto lucente e la consistenza morbida ma compatta, è una crema perfetta per la decorazione dei dolci. Ideale anche per la farcitura di eclair e profiterole. Da provare in una coppetta in abbinamento con granola o frutta. La crema namelaka si può aromatizzare con semplicità: basta aggiungere tè, caffè solubile, spezie in infusione nel latte per donare una nota di gusto particolare.
Il tè matcha è un tè verde di origine cinese che ha trovato ampia diffusione in Giappone dove è coltivato e lavorato con tecniche peculiari.
Come si ottiene il matcha? Le foglie di tè vengono ombreggiate per 3 o 4 settimane prime del raccolto per consentire alla pianta di produrre più clorofilla e, di conseguenza, sviluppare sostanze nutritive. Dopo il raccolto, le foglie vengono cotte al vapore per evitare l’ossidazione, essiccate al riparo dalla luce e macinate in mulini a pietra, facendo attenzione che la ruota non raggiunga una temperatura tale da alterare la qualità del tè. Si ottiene così la polvere matcha, di un bel verde e dal sapore intenso.
Il matcha è utilizzato in Giappone per aromatizzare o colorare dolci come i mochi, dolcetti di pasta di riso, o è aggiunto a primi piatti come nei soba noodles.
Il suo utilizzo è diventato frequente anche in Occidente dove è apprezzato come superfood e per l’aspetto che conferisce a bevande e dolci.
Desideri provare ricette col tè matcha? Scopri qui il Tiramisù di Mariarosa con tè matcha. Un dolce cremoso, creativo e facile da fare con i dischetti di Pan di Spagna Mariarosa.